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 Barca Oceanica


 

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EQUIPAGGIARE LA BARCA PER NAVIGAZIONE OCEANICA

L'equipaggiamento di una barca a vela destinata a lunghe navigazioni è diverso da quello di una barca destinata a crociere costiere o brevi traversate?

In linea di massima si, anche se ovviamente parte di questi equipaggiamenti possono tornare utili anche in navigazione costiera, specialmente se si vuole evitare di dover troppo spesso entrare in porto.

Naturalmente il motivo per cui questi equipaggiamenti solitamente mancano su una barca destinata a navigazioni meno impegnative è principalmente il costo, non trascurabile, ed in secondo luogo l'ingombro, anch'esso spesso non trascurabile, specie su barche medio-piccole.

CARTE NAUTICHE E PILOT BOOKS (oltre 10.000 €)

Tutti hanno a bordo carte nautiche, sia tradizionali che elettroniche, e portolani o Pilot Books relativi alle zone navigate: tipicamente qualche decina di carte ed alcuni Pilot Book sono sufficienti, e lo spazio di stivaggio previsto solitamente sotto il tavolo da carteggio basta ed avanza per contenere il tutto.

Per dare un'idea dei numeri in gioco, su Shaula3 avevamo oltre 150 carte solo per coprire il Mediterraneo, da Gibilterra alla Turchia, e le coste Atlantiche di Francia e penisola Iberica, ed altre 130 e passa carte per coprire il giro del mondo, per un costo totale nei dintorni dei 10.000 Euro.
A questi si aggiungono una ventina di Pilot Books (600 €) e - all'epoca - una decina di schede per le carte elettroniche (oltre 2000 Euro).

Si può spendere meno?   Oggigiorno le carte elettroniche sono un pochino calate di prezzo, ma per carte nautiche tradizionali e Pilot Book l'unica maniera per spendere meno è di acquistarli usati, da una barca che sta terminando il suo viaggio oppure da librerie che trattano anche carte di seconda mano (se ne trovano anche on-line).

In qualche parte del mondo può essere possibile trovare fotocopie delle carte nautiche ufficiali: naturalmente è illegale, ma sopratutto è rischioso, si tratta tipicamente di carte vecchie, e non stampate in scala.
 

ANCORE E CATENE (1500 €)

Non è un caso se cito le ancore e le relative catene o cime tra le prime cose in cui una barca oceanica si distingue da una barca che fa navigazione costiera in zone "civilizzate", per vari motivi:

- i porti sono rari e quindi ci si ancora molto spesso, magari in condizioni difficili:
   - l'ancora deve garantire buona tenuta in condizioni molto diverse
   - può essere necessario usare più di una ancora (prua-e-poppa, afforcati,...)
- le profondità su cui si ancora possono essere molto elevate
- le asperità del fondo (coralli) mettono a dura prova la resistenza di catena e cima
- può capitare di perdere (o dover mollare deliberatamente) l'ancora
- acquistare ancore per yacht e catena in giro per il mondo è molto problematico

Tutto questo si traduce in:

- ancora primaria sovradimensionata, con almeno 60 m di catena e 40 di cima (o tutta catena)
- seconda ancora primaria con cima e catena, stivata sottocoperta ma pronta all'uso
- ancora di rispetto, magari di tipo differente (danforth, ammiragliato...), con 6-10 metri di catena e 40-50 di cima
- ancorotto di poppa sovradimensionato, con almeno 6-10 metri di catena e 30-40 di cima

Tutto questo costa e pesa, e magari lo userete una sola volta in tutto il viaggio, ma serve!
 

AUTOPILOTA + TIMONE A VENTO (DA 2000 A 10.000 €)

Ovviamente, un pilota automatico elettronico è molto conveniente anche su una imbarcazione che effettua navigazioni costiere, specialmente in equipaggio ridotto quando può tenere la barca in rotta intanto che la persona in pozzetto effettua altre operazioni.
Timonare a mano può essere divertente, ma su lunghe distanze può anche diventare noioso o stancante, e non ho dubbi che il nostro pilota automatico sia un miglior timoniere di me quando procediamo a motore, specialmente di notte.

Su una barca che naviga su lunghe distanze in equipaggio ridotto un modo per far si che l'imbarcazione proceda in rotta da sola è quindi molto utile: ormai sono passati i tempi in cui le barche avevano una lunga chiglia che le rendeva molto stabili in rotta, tanto che poteva essere sufficiente legare la barra perché la barca procedesse in rotta per lunghi percorsi, oggigiorno una qualche forma di pilota automatico si rende necessario.

Il timone a vento Windpilot Pacific montato su Shaula3                                                 il pistone di comando dell'autopilota elettronico di Shaula4

Un tempo i piloti automatici elettronici erano molto costosi e pertanto esclusivo appannaggio delle imbarcazioni più importanti, ma ormai questo non è più vero, un semplice autopilota per timone a barra può costare molto meno di 1000 €, uno più complesso con centralina, bussola ed attuatore separati può costare tra i 1000 ed i 2000 €, per arrivare fino a 3-5000 € per modelli dotati di potenti attuatori elettrici o idraulici del tipo permanentemente connesso alla timoneria.    Il vantaggio di questi modelli, oltre ad essere generalmente più robusti e pensati per un utilizzo continuato, è che sono permanentemente collegati al sistema del timone, e basta premere un pulsante perchè il pilota automatico entri in funzione o si disinserisca, permettendo di timonare a mano.

I modelli più semplici invece richiedono che l'attuatore sia fisicamente agganciato e sganciato dalla barra, cosa che in un momento di panico può dare qualche problema ma che generalmente è perfettamente accettabile.

Mentre si lavora in pozzetto, magari lontani dalla centralina dell'autopilota, si rivela molto utile disporre di un telecomando che permetta di apportare velocemente correzioni di rotta senza doversi spostare per raggiungere la centralina; ancor più utile se si è in solitario, potendo apportare correzioni di rotta per esempio mentre si lavora all'albero.

Pur essendo stati inventati ormai da molte decine di anni ed in larga parte soppiantati dai loro cugini elettronici, i timoni a vento, degli aggeggi puramente meccanici che sfruttano la forza del vento su una pala orientabile per azionare il timone, attraverso meccanismi più o meno complicati, hanno ancora una ragion d'essere sopratutto su barche che effettuano lunghe navigazioni.    I motivi sono essenzialmente due, il fatto che essendo meccanici sono meno soggetti ai guasti che possono mettere fuori uso un dispositivo elettronico, ed il fatto che non consumano elettricità.

In compenso i timoni a vento sono costosi (almeno 4-5000 €) e naturalmente sono completamente inutili navigando a motore in assenza di vento (anche se è possibile costruire un timone automatico "ibrido", utile per esempio come soluzione di emergenza, combinando un piccolo ed economicissimo pilota automatico per timone a barra con il meccanismo del timone a vento.

Noi su Shaula3 avevamo sia l'autopilota elettronico che il timone a vento, mentre per ora su Shaula4, in vista di un programma di navigazione molto meno impegnativo, abbiamo solo l'autopilota elettronico.     
 

RADIO SSB / TELEFONO SATELLITARE (5000/10000 €)

Oggigiorno una buona radio VHF con antenna in testa d'albero garantisce comunicazioni fino ad una distanza di 30-40 miglia dalle stazioni di terra, ed è perfettamente idonea per comunicare con altre barche e navi di passaggio e per ricevere i bollettini meteo.    Aggiungete un telefono GSM, ed avrete la possibilità di telefonare e di collegarvi ad Internet per il servizio e-mail, ma solo fino a poche miglia dalla costa.   Entrambi i servizi possono talvolta avere dei "buchi" di copertura (per esempio all'interno di una rada dalle pareti scoscese il segnale potrebbe non arrivare) ma in generale la copertura è buona, a patto di restare vicino alla costa.

L'equivalente della accoppiata VHF+GSM per utilizzo in alto mare è costituito dalla radio SSB e da un telefono satellitare; la radio, oltre a consentire comunicazioni in fonia con le stazioni di terra o con altre imbarcazioni anche lontane (è ancora usatissima dai navigatori di lungo corso per chiaccherare tra di loro, magari da diverse centinaia di miglia di distanza l'uno dall'altro) se equipaggiata con un modem Pactor permette anche di ricevere ed inviare e-mail e ricevere bollettini meteo e file GRIB.    Il telefono satellitare aggiunge la possibilità di inviare e ricevere telefonate, ed anch'esso consente connessioni ad Internet a bassa velocità, utili sopratutto per e-mail.

Purtroppo, mentre un telefono satellitare base, col kit dati ed una antenna esterna, costa poco più di 1000 Euro, una radio SSB omologata per uso marino costa nei dintorni dei 4-5000 € a cui bisogna aggiungere i costi di installazione, che possono essere elevati.

Si può spendere meno?    Beh, la prima soluzione per ridurre i costi è di accontentarsi del solo telefono satellitare, magari acquistato usato, accontentandosi di una economica radio ricevente ad onde corte per ricevere bollettini e meteofax: spesa totale, poco più di 1000 €.

Se avete, o potete acquisire, il patentino di radio-amatore, allora potete installare a bordo una radio SSB per uso amatoriale, con una spesa che può anche essere di poco più di 1000 €; per comunicare con altre barche va benissimo, e per l'e-mail esistono servizi come il winlink che operano sulle bande amatoriali.

Poi, ci sono le soluzioni illegali: usare una radio SSB marina ma non omologata per l'Europa (chissà perché, ma costano molto meno...), oppure installare una radio da radio-amatore per usarla sulle frequenze marine.   In entrambi i casi, nell'eventualità di un (improbabile) controllo, si rischiano guai, non dite che non vi avevo avvertiti!
 

DISSALATORE (4-8000 €)

In realtà, una volta che ci si è preso gusto, un dissalatore è molto comodo anche in crociera costiera, perché rimuove una delle ragioni per dover entrare periodicamente in porto: fare rifornimento di acqua.    Anche perché non sempre l'acqua è facilmente disponibile, in molti porti pubblici può non essere facile, e comunque bisogna per forza andare in banchina, il che può non essere possibile nei periodi di massimo affollamento.
E tanti auguri se dovete fare la spola con le taniche: per riempire un serbatoio di 3-400 litri occorrono un numero enorme di viaggi con un numero enorme di taniche...

Disporre di serbatoi capaci può almeno permettere di diradare le soste, ma non elimina il problema.

Ormai da diversi anni sono disponibili sul mercato dissalatori di piccole dimensioni, capaci di produrre da 4-8 fino a 30-50 e più litri di acqua potabile all'ora: una manna!!

Naturalmente, qualche problema c'è:

- il costo di un dissalatore parte da circa 4000 € e sale rapidamente
- il consumo di elettricità è elevato, per cui c'è un costo indotto per produrre questa elettricità
- il dissalatore è un aggeggio delicato, che deve essere tenuto con cura

Alternative economiche?    A parte un dissalatore usato, se lo trovate e non è una fregatura, a me ne viene in mente solo una: attrezzarsi per raccogliere l'acqua piovana!   Non sto scherzando, prima dell'avvento dei dissalatori tutti lo facevano, poi è passato di moda, ma un telo impermeabile con un tubo per convogliare l'acqua al serbatoio è tutto quello che ci vuole, ed ai tropici piove spesso!
 

ABBIGLIAMENTO TECNICO (1000 € / persona?)

Non dovrei neanche menzionare questa voce, uno straccio di cerata serve anche a chi effettua solo navigazioni costiere, ma magari per un lungo ed impegnativo viaggio vi concederete una cerata "oceanica" e tutta una serie di indumenti termici da indossare - a strati - sotto la cerata stessa, oltre a zucchetti di lana, calzettoni, guanti.     Non sembra, ma le notti in mare sono fredde, anche in Mediterraneo d'estate.

Peccato che una cerata possa costare anche più di 1000 Euro, ma in effetti si può spendere meno, accontentandosi di modelli "non oceanici" o andando su marche non al top.
 

ZATTERA DI SALVATAGGIO (1000-1500 €)

In molti paesi la zattera è obbligatoria, e questo chiude il discorso, ma ci sono ancora paesi dove la decisione spetta allo skipper.   Per quel che mi riguarda, non c'è assolutamente alcun dubbio: in navigazioni in alto mare è da incoscienti non avere una buona, robusta zattera di salvataggio di capienza adeguata per il numero di persone a bordo.    Non le regalano, ma il costo è tutto sommato non enorme, anche se poi bisogna spendere circa un terzo del costo iniziale per le revisioni periodiche (ogni 2-3 anni, secondo i paesi).
 

EPIRB (600 €)

Vale quanto detto per la zattera: l'EPIRB può giocare un ruolo fondamentale per lanciare l'allarme e far convergere i soccorsi nel posto giusto, è semplicemente una dotazione essenziale!
 

SPRAYHOOD / BIMINI (2000 €)

Le capottine paraspruzzi (sprayhood) sono sempre state molto comuni in nord Europa, mentre i bimini (una tenda da sole sempre montata, che copre il pozzetto) nati ai Caraibi si sono ormai diffusi anche in Mediterraneo.   Riparano da sole, spruzzi ed anche dalla pioggia, in porto ma anche in navigazione.

Ormai, moltissime barche anche non oceaniche ne sono fornite, ma se non li avete è giunto il momento di attrezzarvi; secondo come è fatta la vostra barca, può anche essere il caso di equipaggiarsi con due teli para-spruzzi ai lati del pozzetto: ostacolano un po' la visuale, ma possono contribuire molto a riparare il timoniere navigando con brutto tempo.
 

RISCALDAMENTO (2-3000 €)

Altra dotazione che non interessa solo le barche da grande viaggio, moltissime barche che normalmente navigano in paesi nordici ne sono equipaggiate, ma se la vostra barca è nata in Mediterraneo è probabile che ne sia sprovvista, e se il vostro viaggio vi porta fuori dalla fascia dei tropici può essere il caso di farci un serio pensiero!

Quello quotato è il costo per un impianto ad aria calda alimentato a gasolio, ma ci sono soluzioni più economiche come le stufe, a gas, a gasolio o a combustibile solido.    Attenzione all'impianto ed allo scarico dei fumi, ed evitate come la peste soluzioni concepite per uso all'aperto, come le stufe catalitiche.
 

CIME D'ORMEGGIO (500 €)

Portatene tante, lunghe e corte: potete sempre aver bisogno di tirare un traversino fino a quella bitta lontana 20 metri, o potete dover sostituire una cima che si è logorata a causa della risacca.

Importante poi prevedere una cima molto lunga, meglio se predisposta su un rullo montato a poppa, che possa essere portata fino a terra in ancoraggi dove c'è poco spazio per lasciar ruotare la barca.    Esistono in alternativa delle cinghie montate su un rullo piatto e poco ingombrante, ma costano carissime, circa il triplo di una normale cima su rullo.

Se poi il vostro programma prevede il canale di panama, ricordate che dovete avere 4 cime di 120 piedi ciascuna e di sezione adeguata alla barca: potete anche noleggiarle sul posto, se preferite.
 

VELE SPECIALI / DI RISPETTO (da zero a 10000 €)

Ci sono due motivi che possono costringervi a mettere mano al portafogli anche col vostro velaio di fiducia:

- dotarvi di vele speciali per la navigazione oceanica (p.es. trinchette gemelle) o con cattivo tempo (tormentina e randa di cappa)
- portarvi il ricambio delle vele più usate (randa e genoa)

Per la navigazione lungo gli alisei una soluzione che permetta di armare due vele di prua è molto efficace e relativamente semplice da gestire; noi non ce l'avevamo, e "pagavamo" circa 1 nodo di velocità alle barche simili alla nostra ma equipaggiate con questo sistema.

Avevamo immaginato di usare molto spesso il gennaker, ed invece l'abbiamo usato di rado: troppo complicato da gestire in due, pericoloso coi frequenti colpi di vento associati ai temporali.

Siamo partiti per il viaggio con la randa ed il genoa vecchi, e quelli nuovi sottocoperta.    Pensavamo ad un certo punto di dover mettere in uso i nuovi, invece abbiamo fatto tutto il giro con le vele vecchie, che però all'arrivo erano veramente sformate.   Ciò nonostante, il nostro consiglio è di avere randa ed una vela di prua di rispetto: se vi capita di romperle durante una traversata, l'impatto sui tempi può essere importante, e non voglio neanche pensare alla necessità di andare di bolina senza randa!   Tenete anche presente che in giro per il mondo i velai si trovano, ma sono tipicamente indaffaratissimi, e possono non essere in grado di fabbricare una vela nuova ma solo di effettuare riparazioni.
 

ANCORA GALLEGGIANTE (50-500 €)

Esistono due tipi di ancora galleggiante:

- ancore galleggianti "piccole", pensate per frenare la barca: tipicamente filate da poppa quando la barca corre con vento forte in poppa o al mascone, per ridurre il rischio di planate o straorzate.   Un aggeggio del genere forse avrebbe impedito la scuffia che abbiamo subito nel mar dei Caraibi!
Visto il costo modesto (meno di 100 Euro) non vedo il motivo per non averne a bordo una.
Un tipo particolare di ancora galleggiante sono le ancore in serie, costituite da una serie (circa un centinaio) di piccoli coni applicati lungo una cima di circa 100 metri: costa cara (intorno ai 500 €, a meno di fabbricarsela da soli...) ma secondo molti esperti è molto più efficace dell'ancora galleggiante tradizionale, e molto più facile da recuperare.

- ancore "a paracadute", molto più grandi (2-3 metri di diametro o più) e molto più costose, sono pensate per essere filate da prua ed agiscono come una vera e propria ancora, tenendo la prua della barca alla cappa, con la prua verso le onde e per quanto possibile senza arretrare, per non sollecitare in modo indebito il timone.     Sono usate per mettersi alla cappa in condizioni di brutto tempo e non avendo spazio o non volendo correre in poppa.   Per loro natura, impongono uno sforzo notevole a bitte, passacavi ed alla loro stessa cima, per cui occorre studiare bene i dimensionamenti di tutto l'assieme.

A causa del costo elevato, dell'ingombro ed anche della relativa complessità di utilizzo e degli sforzi notevoli imposti alla barca, ho qualche perplessità nei confronti delle ancore a paracadute: la vedo utile solo in caso di una burrasca molto violenta con venti in prua e senza la possibilità di fuggire in poppa, insomma una situazione in cui prima di tutto cerco di non trovarmi.   Dovessi intraprendere una traversata oceanica fuori dalla fascia degli Alisei, ci farei un pensierino.
 

PARTI DI RICAMBIO

Come, vi sono avanzati ancora un po' di soldi?    Niente paura, avete pensato a portarvi un assortimento di parti di ricambio?

L'elenco dei possibili ricambi che possono tornare utili è praticamente infinito, ci vorrebbe una seconda barca!    Oltre alla spesa, un limite viene posto dalla scarsità di spazio per lo stivaggio.   Qualche linea guida può essere fornita dalle seguenti categorie:

- oggetti notoriamente soggetti a logorio (cime, girante, cinghie e filtri del motore)
- pezzi critici per l'impatto sulla funzionalità della barca (alternatore, motorino di avviamento, pompe, pale dell'eolico)
- apparati critici per la navigazione o la sicurezza (GPS, radio VHF)
- fusibili e batterie, cavo elettrico

In questa pagina potete trovare la lista ricambi di Shaula3.
 

 

Webmaster: Gianfranco Balducci - email: gfbalduc@tin.it

Last Update: 07/09/2017

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