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 2010 Antartide


 

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La rotta della FRAM dal Canale di Beagle, attraverso il Passaggio di drake fino alle isole Shetland Meridionali ed alla Penisola Antartica

NOTIZIE DAL PROFONDO SUD...

NOTA: Anche per raccontare questo viaggio, ho scelto di utilizzare i racconti inviati per e-mail ad amici e parenti durante il viaggio stesso.  Il racconto comincia mentre eravamo già in navigazione verso l'Antartide, riepilogando brevemente gli avvenimenti precedenti.


9/12/2010

Provo ad inviare una mail col sistema della nave: dalla velocita' della connessione, si direbbe che affidino i messaggi alle procellarie che ci svolazzano attorno....

Tutto comincia con una delusione e mezza: la mezza delusione il giro al Parco Nazionale di Torres del Paine, in Cile: montagne spettacolari, se si vedessero.... invece c'era pioggia, un vento fortissimo, e le montagne nascoste in mezzo alle nuvole!
...e per soprammercato, 450 km di pampa patagonica DESERTA per arrivarci ed altrettanti per tornare alla nave....

La delusione intera: ci svegliamo alle 4 di mattina per sbarcare (concessione eccezionale) sull'isla Margarita, sede di una colonia di pinguini Magellanici. Due ore di preparativi, ma il vento è aumentato, e lo sbarco non si puo' fare!! Ripartiamo con le pive nel sacco per risalire il canale di Magellano, una delle due scorciatoie che collegano l'Atlantico col Pacifico, ed il vento intanto continua ad aumentare fino alla bazzecola di 75 nodi!!!

Poi per fortuna le cose cominciano a migliorare: dal canale di Magellano prendiamo una scorciatoia per entrare nel Canale di Beagle, e navighiamo lungo una serie di spettacolari ghiacciai che si buttano in mare, poi ieri mattina la nave getta l'ancora davanti all'Isla de Hornos, il mitico Capo Horn!

Le condizioni meteo sono "buone" (si fa per dire...) e ci permettono di SBARCARE A CAPO HORN!!   (Vedi il racconto in QUESTA PAGINA)
Siamo scesi a terra, ed abbiamo messo la nostra firma sul librone conservato nel faro che rappresenta l'unica attrattiva locale, insieme ad un semplice monumento ai marinai di tutti i paesi che hanno navigato in queste acque pericolose.

Si riparte, e doppiato Capo Horn ci dirigiamo a sud con condizioni relativamente miti, che naturalmente non durano: ora abbiamo onde di prua e la nave rolla un bel po'

Capo Horn visto dalla poppa della FRAM diretta a sud

Domani dovremmo toccare terra a Deception Island, dove c'e' una vecchia base baleniera abbandonata.


10/12/2010

Dopo esserci guadagnati (più o meno...) il diritto a portare un orecchino all'orecchio sinistro (mi pare...) per avere doppiato Capo Horn, e quasi due giorni di navigazione con onde sempre più alte, siamo arrivati a Deception Island, una specie di Santorini antartica, infatti è la caldera di un vulcano ancora attivo, allagata dal mare così che è possibile entrarvi con la nave da uno stretto pertugio.

Qui dall'inizio '800 fino agli anni '30 ha operato una base baleniera, di cui si possono ancora vedere i resti sulla spiaggia: edifici di legno ormai cadenti, vecchie scialuppe ormai affondate e la sabbia nera, e gli inquietanti calderoni nei quali venivano bolliti i pezzi di balena e, si dice, anche pinguini a centinaia di migliaia.

 

 

 

 

 

 

 



Si sbarca dalla nave, ancorata nella caldera di Deception Island, nella insenatura dove si trova l'antica base baleniera

 

 

 

 

 

 

 



I resti della base ed i nostri primi pinguini! (questi sono "chinstrap")

Ma l'attrattiva principale per noi sono i pinguini: qui non ce ne sono molti, non c'e' una colonia, bensì solo qualche decina di animali che se la prendono calma in un periodo di clima relativamente mite, non avendo da pensare alla cova o all'allevamento dei nuovi nati.

Cosi' veniamo per la prima volta a contatto con questi uccelli che non sembrano veri uccelli; qui' ne troviamo di due specie, i "gentoo" ed i "chinstrap", entrambi non molto grandi (i pinguini imperatore, che superano il metro, vivono molto più a sud e purtroppo non li vedremo). Non si scompongono per la nostra presenza, anzi a volte si avvicinano ad esaminare questi strani pinguini azzurri (noi con le giacchette azzurre di dotazione), ma perlopiù se ne stanno fermi impalati a non far niente o a grattarsi il piumaggio.

Via di corsa, e ci spostiamo su Livingston island, dove troviamo una colonia di elefanti marini (sono una variante dei leoni marini): dei bestioni che arrivano alle 3 tonnellate ed alquanto litigiosi! Vivono in harem di anche 100 femmine con un solo maschio, che ovviamente difende il territorio a spintoni e morsi, ma anche le femmine litigano tra di loro non si sa' bene perché.

Un grosso maschio di elefante marino ha qualcosa da ridire con una femmina del suo harem...

 

 

 

 

 

 

 



(sinistra) Baby imita i versi dell'elefante marino e (destra) un pinguino "gentoo"

Ora siamo fermi in attesa che l'ultimo gruppo sceso a terra ritorni a bordo e poi si riparte, non sappiamo ancora verso quale meta: qui' il programma è completamente in balia delle condizioni meteorologiche!

Intanto un piccolo iceberg ci scorre vicino, spinto dal vento: 7 o 8 pinguini ci stanno sopra, come l'equipaggio di una nave, e scroccano un passaggio attraverso l'oceano...

Pinguini Adelia scroccano un passaggio su un iceberg


12/12/2010

Avete presente un pinguino? Uno di quei simpatici animaletti che camminano su due zampe sventolando le inutili alucce, e sembrano sempre indaffaratissimi?

Bene, ora provate ad immaginarvene 2, poi 3, poi quattro, su su fino a DUECENTOMILA su una piccola isoletta, tutti occupatissimi a darsi il cambio nel covare il loro unico uovo, mentre le Skua, degli uccellacci dall'aria francamente antipatica aspettano solo un momento di distrazione per fregargli l'uovo e scappar via a mangiarselo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Pinguini Adelia intenti alla cova o alle prime cure per i piccoli appena nati

Queste due Skua se la ridono....

E poi, non basta dire pinguini, ci sono gli Adelie, i Gentoo, i Chinstrap, e molte altre specie che vivono in altre zone e non vedremo. ...Ma quelli che vediamo, li vediamo in quantità industriali, tutti indaffarati a farsi il nido (un nido di sassi, visto che qui' non c'e' altro) e poi posarvi l'unico uovo della stagione; maschio e femmina covano a turno, mentre l'altro va' in mare a cibarsi.
Ed intanto, cag@no!!! C'e' c@cc@ di pinguino dappertutto, dicono che la colonia possa essere annusata a molte miglia di distanza!

Ritornati a bordo, la nave si butta ad attraversare il Canale Antartico, una specie di autostrada degli iceberg, diretta verso un'altra colonia di pinguini che sta' dalla parte opposta; presto il mare comincia a coprirsi di lastroni di ghiaccio, finché ne siamo circondati, e la nave si improvvisa rompighiaccio e comincia a prendere il pack a capocciate, fin quando un lastrone più grande degli altri non ci fa' piantare in una frenatona stile Titanic. Retromarcia, rincorsa, una aggiustatina alla mira, ed il lastrone si fa' da parte!

 

 

 

 

 

 

 



La FRAM procede con cautela nel Canale di Bransfield, dove incrociamo una nave diretta in senso opposto

Spesso su lastroni ed iceberg c'e' un gruppetto di pinguini, e perfino qualche foca leopardo (che i pinguini se li mangia); al passaggio della nave molti non fanno una piega, a meno che la nave non investa proprio il loro lastrone, nel qual caso si tuffano e se la danno a gambe.

Nuovo sbarco in un'altra colonia di pinguini, e poi via, stavolta diretti ancora più a sud.

Il mare è punteggiato dagli iceberg, grandi e piccoli, ma per ora non c'e' una banchisa da frantumare e la navigazione è veloce.

Prossima tappa domani pomeriggio, oltre 200 miglia più a sud di dove ci troviamo ora.


12/12/2010

11 di sera, ora di andare a nanna, un'occhiata fuori dall'oblo' della cabina ed ecco che sfila, si e no a 15-20 metri, un iceberg ENORME! Guardiamo verso prua, e c'e' un altro iceberg che si avvicina.

Vabbe', capito: su la giacca a vento, zucchetto di lana in testa, macchina fotografica e via sul ponte: non è una situazione come stamane, col mare coperto da lastre di ghiaccio, bensi' tutto intorno ci sono grossi iceberg, la maggioranza piatti e dai contorni ripidi, ma altre volte delle fogge piu' strane.

Il capitano zigzaga tra gli iceberg: me lo immagino su nella plancia, seduto in poltrona con 7 schermi radar davanti, a pilotare la nave azionando con la punta di un dito un joystick che sarà lungo si e no 3 centimetri! La ruota del timone non esiste proprio, i tempi sono cambiati parecchio da quando i primi esploratori si spingevano da queste parti due secoli fa!

 

 

 

 

 

 

 

 

Finisce che si resta in coperta fino a mezzanotte, a guardare lo spettacolo degli iceberg che scorrono via sullo sfondo di montagne innevate che precipitano in mare.
Dimenticavo, mezzanotte, ma non è buio: gli iceberg di un colore azzurro vasca-da-bagno contrastano con le montagne sullo sfondo, illuminate dal sole che sta' giusto tramontando.
Non diventa mai buio, ed intorno alle 3 il sole sorge di nuovo, tornando ad illuminare uno spettacolo eccezionale.

Due ore in coperta a guardare il panorama, e tornato di sotto Baby domanda: "hai visto le balene"?? Come, quali balene??? Due ore sul ponte, e non ne ho vista una!!! Allungo lo sguardo fuori dalla vetrata, ed ecco la coda di una balena che si sta' immergendo!!! Ma porc......!

Pomeriggio, altro sbarco a vedere una colonia di pinguini: stavolta il terreno è coperto di neve, alta un metro e piuttosto soffice per cui camminare è difficoltoso, si affonda di continuo. I pinguini invece vanno e vengono percorrendo dei tragitti che a furia di questo via-vai hanno scavato solchi profondi nella neve: ti guardi intorno, e vedi la testa di un pinguino che corre verso il mare o che ne torna dopo essere andato a rifocillarsi.

La FRAM ancorata di fronte all'isola di Cuverville

 

 

 

 

 

 

 



A furia di andirivieni, i pinguini hanno scavato nella neve dei solchi lungo i quali si spostano per raggiungere il mare

Perfetta tenuta da fotoreporter polare!...

Alzo la testa dalla tastiera, ed un iceberg ci scorre accanto, si e no a 10 metri di distanza: devo chiudere questa corrispondenza e correre in coperta!!!


13/12/2010

65 gradi, 5 primi sud, ad un tiro di schioppo dal Circolo Polare Antartico, è la massima latitudine sud che abbiamo toccato in questo viaggio; dovevamo arrivare un poco più giù, intorno ai 65 e 25, e per arrivarci dovevamo percorrere il Canale di Lemaire, uno stretto e spettacolare budello affiancato da montagne alte e ripide.

Si naviga verso l'ingresso del Canale di Lemaire, dove saremo costretti a tornare indietro a causa del ghiaccio

Intorno alle 23 di ieri sera, ci siamo affacciati all'ingresso del canale, in una atmosfera resa irreale dalla foschia che rendeva le montagne dei fantasmi bianchi appena visibili nonostante fossero a poche centinaia di metri da ciascun lato della nave.
Avanti in punta di piedi dunque, zigzagando a bassissima velocità attraverso i ghiacci ed aggirando gli iceberg più grossi, mentre intanto cadeva anche un po' di neve per rendere ancora più drammatica l'atmosfera. Poi, all'improvviso, proprio quando lo sbocco del Canale si cominciava ad intravedere nella foschia, il Capitano ha dato una ditata al joystick ed ha fatto fare dietro-front alla nave: il ghiaccio davanti a noi era solido ed esteso fin dove giungeva lo sguardo, niente da fare per noi. (La nave ha lo scafo rinforzato ma non è un rompighiaccio).
Anche la ritirata non è stata semplice: il solco aperto dalla nave nella sua avanzata si era già richiuso alle nostre spalle, e c'e' voluto del bello e del buono per riaprirsi la strada verso il mare aperto. Noi cominciavamo a sperare di essere bloccati dai ghiacci come Amundsen o Shackleton, ma il capitano col suo joystick alla fine ce l'ha fatta e ci siamo liberati.

Nel Canale di Lemaire, il ghiaccio è quasi continuo, troppo pericoloso per la nostra piccola nave!

Stamane, grande novità, il sole!! Invece di andare a visitare la base scientifica Ucraina, rimasta al di là dell'impraticabile Canale di Lemaire, ci siamo ancorati a Neko Harbour, una profonda insenatura circondata di vette innevate, dove siamo scesi a terra affondando nella neve a vedere l'ennesima colonia di pinguini, ma almeno il sole dava allo scenario una luce completamente nuova.

 

 

 

 

 

 

 



(Sinistra) Baby si sente un po' esploratrice e (destra) un pinguino Gentoo arranca nella neve smossa e cedevole

Ripartiti, via di nuovo verso ovest per visitare il museo più meridionale del mondo, la vecchia Base Antartica "A", creata dagli Inglesi durante la seconda guerra mondiale, ed abbandonata in favore di altri siti negli anni '60. Una quindicina di anni fa' una organizzazione britannica si è presa la briga di restaurare la Base, facendone un museo che può essere visitato durante la breve estate antartica. 3 guardiani vivono nella base e gestiscono il negozietto di souvenir e l'ufficio postale (!) dal quale vengono spedite ben 70.000 cartoline ogni anno, dirette verso ogni parte del mondo.

Si naviga nello spettacolare Canale di Neumaier, diretti a Port Lockroy

 

 

 

 

 

 

 



Uno degli edifici della Base Antartica "A" Britannica, e l'interno degli alloggi ora trasformati in museo

Le cartoline impiegano fino a due mesi ad arrivare, tenete d'occhio la cassetta delle lettere!

Il ritorno alla nave è stato particolarmente "bagnato", siamo risaliti dal gommone completamente fradici di acqua gelata, a causa del vento che si era alzato nel frattempo.

Ora la nave ha appena salpato l'ancora: non ci hanno ancora detto dove siamo diretti, lo sapremo tra un'ora circa.

Il viaggio volge al termine, ma domani avremo ancora una giornata intensa!!


15/12/2010

Oggi siamo risaliti un pochino più a nord, nelle isole chiamate "Shetland meridionali", dove già ci eravamo fermati nella prima tappa quaggiù ai confini del mondo. Due tappe agevoli e favorite dal bel tempo e dal sole, che nei primi giorni aveva dovuto battersi con una costante copertura di nuvole.

ICEBERG: Mentre scrivo, ci scorre accanto un piccolo iceberg, probabilmente uno degli ultimi che vedremo, dove "piccolo" significa una quindicina di metri; sono due giorni che non ne vediamo di quelli veramente grandi, che sono magari 100 o 200 metri di lunghezza ed alti quanto la nave! Gli iceberg "vivono" diversi anni, e gradualmente si sciolgono passando dalla poco originale forma "coso piatto con le pareti verticali" alle forme più strane, magari anche con buchi attraverso o piscine di acqua dolce che piaceranno un mondo ai pinguini, che spesso scroccano un passaggio sugli iceberg abbastanza bassi da poterci saltare sopra.

INFILTRATI: Già, i pinguini: qui' ce ne sono a migliaia, anche decine o centinaia di migliaia, e la maggior parte di loro sono indaffaratissimi a fare il nido/deporre l'uovo (o le due uova, secondo la specie)/covare l'uovo/dare da mangiare al pulcino. In ogni colonia troviamo però qualche infiltrato di un'altra specie: oggi, scesi a terra ad Half Moon bay, ci indicano giù per di là, dopo una, due, tre collinette, dove è stato avvistato un pinguino "macaroni"!

 

 

 

 

 

 

 



La spettacolare "Half Moon Bay" ed un solitario pinguino "Macaroni"

Perché tutto questo trambusto? Perché i Macaroni non vivono da queste parti, casa loro è la Georgia del sud a più di 1000 Km da qui. Il nome viene da una pettinatura in voga in Inghilterra nell'ottocento, e caratterizzata da due ciuffi biondi sulle tempie, simile al ciuffo arancione sfoggiato da questi pinguini.
...e quindi su e giù da 1, 2, 3 colline, attorno a due foche di Weddell, aggirando un pinguino morto, per arrivare in una zona di nidi dove decine di pinguini Adelia stanno covando e la', proprio in mezzo al gruppo, il solitario Macaroni che cova il suo bell'ovetto (e vai ad indovinare se è il maschio o la femmina, visto che si danno il cambio a covare!).
Vabbe', click fotografia, smarca la casella sul modulo, archiviato anche il macaroni, avanti il prossimo!

PULCINI: pomeriggio, altro sbarco a Yankee Harbour, così chiamata perché quì c'era una base baleniera americana, abbandonata negli anni '20. Ben poche tracce sono rimaste della presenza umana, ed il posto è ora sede di una colonia di pinguini Gentoo (con qualche chinstrap infiltrato), e sulla spiaggia ronfano a panza all'aria numerose foche di Weddell.

 

 

 

 

 

 

 



Un pinguino Gentoo col suo piccolo appena nato

Qui' la cova è più avanti, e vediamo numerosi pulcini di pinguino appena nati: i genitori continuano a tenersi il piccolo tra le zampe come facevano con l'uovo, per tenerlo al caldo ma anche per proteggerlo dalle skua che non mancano mai nelle vicinanze e non aspettano altro che di arraffare un uovo, o meglio ancora un pulcino incustodito. Vedere i piccoli è difficile, perché sono quasi completamente coperti dal genitore, che spesso gli si sdraia proprio sopra!
Click fotografia, smarca casella, avanti il prossimo....

 

 

 

 

 

 

 



Una foca di Weddell (cieca da un occhio, probabilmente a causa di una skua) ed un pinguino "Chinstrap"

BURRASCHE: finora abbiamo avuto fortuna e le condizioni meteo sono state "buone" (a parametri Antartici...) ma stasera si riparte verso l'Argentina, e le previsioni per dopodomani sono di burrasca: Capo Horn non poteva lasciarci passare così facilmente....
Se domani sera non arriva la mail, sapete perché!!!...


15/12/2010

Ormai siamo partiti da più di 24 ore, e dovremmo essere a buon punto nella traversata attraverso il cosiddetto Canale di Drake.

Un fegataccio, il buon Sir Francis (Drake, intendo), che scoprì questo passaggio mentre navigava da queste parti animato dal nobile intento di andare a mettere a ferro e fuoco Panama e sgraffignare tutto l'oro e l'argento che gli Spagnoli vi avevano accumulato (le rovine sono ancora lì, le abbiamo viste quando siamo passati dal Canale, la nuova città venne ricostruita un po' più in là).

Vai poi a capire perché non prese una delle scorciatoie già scoperte da Magellano ed altri, magari ci è finito per caso, spinto da qualche burrasca, e poi ti diventa famoso, vai un po' a capire questi pirati!.... (corsari, prego, corsari, fa' tutta un'altra figura!....)

A proposito di burrasche, il bollettino da' per domani venti a 40 nodi ed onde di 12 metri, il Capitano ha dato una spintarella al joystick e sta andando a tutta manetta per arrivare a Capo Horn prima che arrivi il peggio del maltempo: già ora fa' abbastanza schifo, piove e la nave si sgrulla tutta come un sanbernardo appena uscito dall'acqua, si fa fatica a stare in piedi e camminare in linea retta è roba da disciplina olimpica, nessuno è particolarmente curioso di vedere come sarà il tempo quando farà brutto...

Gia' perche' siamo stati fortunatissimi, il tempo è stato molto bello (nel senso che non ci sono state burrasche!) e questo ci ha permesso alcune tappe che solo raramente sono possibili, a cominciare da quella alla Isla de Hornos (quella del Capo omonimo) completa di monumento e faro-con-vendita-di-ricordini, e poi la puntata nel Mare di Weddell fino a toccare terra sulla terraferma Antartica vera e propria.

Bellissima la navigazione attraverso i ghiacci, ed anche se si è conclusa con un dietrofront la navigazione nella luce bluastra di mezzanotte e con la nebbia che avvolgeva le montagne del Canale di Lemaire è stata una avventura speciale, sembrava di essere su una barchetta e non su una nave (che peraltro gira attorno ad un turacciolo proprio come una barchetta!).

E che dire del paio di milioni di pinguini? Sono bestiole simpatiche, anche se in definitiva sono dei piccioni che hanno imparato a nuotare (e piu' o meno intelligenti come un piccione...) e che si sono scelti per vivere l'angolo più inospitale dell'intero pianeta... (i piccioni, pardon i pinguini furbi si sono trasferiti alle Galapagos già da un pezzo, a fare da richiamo turistico al sole dei tropici!).

Bon, basta per oggi, vorrei solo che ci volassero intorno meno procellarie...


16/12/2010

Ormai il viaggio è giunto alla fine, abbiamo buttato l'ancora nel bel mezzo del canale di Beagle (tanto, per il traffico che c'e' da queste parti, non rischiamo certo di dare fastidio...) in attesa che arrivi il pilota per guidare la nostra nave nel porto di Ushuaia.

E domani mattina, sveglia presto per andare in aeroporto prendendola larga e facendo un giro dei dintorni.

La traversata è stata "interessante", e Capo Horn un pochino si è fatto sentire, anche se certamente non ha voluto infierire: la notte è stata comunque un po' movimentata, la nave rollava e beccheggiava e la cuccetta mandava scricchiolii inquietanti. Baby è cascata dalla cuccetta un paio di volte ed ha finito per risolvere il problema mettendosi a dormire per terra, mentre io venivo piantato di testa dentro alla paratia ad ogni rollata. Non possiamo dire di aver dormito molto!!

Ieri sera ci trovavamo nel salone/bar/sala panoramica, che si trova sul ponte 7 ad una ventina di metri sul livello del mare, e gli spruzzi delle onde coprivano continuamente le grandi vetrate della sala; qualcuno ha parlato di onde di 15 metri, ma secondo me erano molto meno alte, anche se comunque sufficienti a garantire una navigazione disagevole. Camminare in giro per gli ampi spazi della nave produceva delle traiettorie piuttosto singolari, ed anche a stare seduti non si stava completamente al sicuro, un paio di persone si sono ribaltate con la sedia e tutto!

Domani Buenos Aires, dopodomani aereo per Francoforte, e domenica (si spera...) a casa!

Ciao FRAM, è stato un viaggio eccezionale in uno dei pochi posti al mondo dove si respira ancora l'atmosfera delle grandi esplorazioni, circondati da scenari straordinari ed a contatto con animali che non hanno imparato ad aver paura dell'uomo.

Già, la FRAM: nome impegnativo questo, la prima FRAM in Norvegia è una specie di monumento nazionale, avendo servito tra fine ottocento ed inizio '900 tre icone delle esplorazioni polari norvegesi: Nansen, Sverdrup ed infine Amundsen, che la utilizzò per raggiungere l'Antartide in occasione della spedizione che raggiunse per prima il Polo Sud quasi esattamente 99 anni fa, il 14 Dicembre del 1911. Ancora oggi dopo un secolo, la FRAM è la nave che è arrivata più vicino ai poli, sia nord che sud, ed ora invecchia serenamente in un museo sull'isola di Bigdoy, vicino ad Oslo, dove l'abbiamo visitata l'anno scorso.

Un anno prima, Baby al timone della FRAM nel museo sull'isola di Bygdoy, vicino ad Oslo

Vabbe', da domani si torna alla vita da terricoli....


 

Webmaster: Gianfranco Balducci - email: gfbalduc@tin.it

Last Update: 11/11/2014

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